Esperienza Colombiana Cap 6 (By Matte)

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Sono in sosta all’aeroporto di Montreal, nell’attesa del volo che mi ricondurrà in Europa. Un hamburger nel continente americano emerge inequivocabilmente come l’ultimo morso della vacanza oltre oceano. Gli occhi stanchi e persi dei miei compagni di viaggio me lo sottolineano ancora di più.

Come in tutti i viaggi di questo tipo è naturale che si arrivi in fondo un po’ stanchi e tutto sommato felici di rientrare; come ho sempre detto, un viaggio funziona se alla fine si ha voglia di tornare alla base. E dico questo perché quando non si ha più paura di immergersi di nuovo nella routine quotidiana significa che per un periodo ci si è sentiti davvero liberi dalle catene che inesorabilmente incidono sul nostro tempo.

Dopotutto, quando hai venduto la tua anima al viaggio che stai affrontando e hai focalizzato tutte le tue energie sull’obiettivo fissato, non potrai che tornare indietro rinnovato, felice e pieno di nuove forze.

Insomma, il viaggio è un po’ come l’attività fisica: colui che corre per passione non vede l’ora di finire una corsa o una maratona, perché conscio del valore che l’esperienza aggiungerà al proprio bagaglio.

Questo è il viaggio che amo io. Spingersi oltre per scoprire cosa c’è al di là dei propri limiti.

Il viaggio di quest’anno ha avuto ritmi e caratteri diversi rispetto alle esperienze cui mi ero abituato. La Colombia, per sue caratteristiche, è certamente un paese che può essere affrontato con modi maggiormente prossimi alla villeggiatura.

La Colombia è infatti un paese certamente interessante, come tutti dopotutto, ma di sicuro distante anni luce dai principali paesi sudamericani da un punto di vista storico-culturale.

La natura, prepotente e lussureggiante, è di certo l’attrazione di maggior valore del paese. Le città, pur rallegrate dalla personalità degli autoctoni, non sono di certo luoghi che segnano la mente. Probabilmente la sola Cartagena offre scenari ed elementi di peculiarità meritevoli di menzione. 

La Colombia, insomma, è interessante per l’insieme degli ingredienti che la compongono, per la recente storia dei narcos, per la musica e per il mare cristallino. Per l’atmosfera di allegria sfacciata che si respira per le strade nonostante la povertà imperi non appena si esca di un metro dalle vie affollate dai turisti.

Finisce così un ennesima avventura, resa speciale dall’averla vissuta in gruppo con divertimento ed approfondimento delle proprie amicizie.

Sono soddisfatto per aver aggiunto un ulteriore paese sulla lista delle visite e per aver ormai concluso l’esplorazione del Sud America, uno dei miei continenti (sub, per i precisi) preferiti.

La convinzione che mi lascia questa esperienza è quella di amare particolarmente i paesi latini, pure a dispetto delle critiche avanzate in queste pagine.

Il Sud America è infatti effettivamente una meta meno interessante di Europa o Asia da un punto di vista storico, ma resta sempre uno dei più bei posti in cui trascorrere il proprio tempo. Qua tutto è piacevole, incluso l’incedere lento delle ore in una quotidianità che campa nella propria calma ed incertezza, a volte, stancante. 

Le persone però sorridono, le ragazze sono belle e il senso di piacere supera decisamente per intensità quell’alone di povertà ed abbandono che permea, comunque, questa terra.

Tra un’oretta salirò sull’aereo per l’Europa e domattina sarò già nella mia cara terra, desideroso di condividere l’esperienza appena vissuta e con la voglia di utilizzare la nuova energia accumulata nell’occasione, con la maggiore consapevolezza che solo l’arricchimento delle proprie conoscenze può assicurare. 

Anche quest’anno siamo pronti per scrivere una nuova pagina più bella e sorprendente della precedente. 

Dalla Colombia è tutto.

ADIOS!!!!

Scritto da Matteo Dorello

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