Ormai sono agli sgoccioli. Oggi è il 20 di agosto, meno di 3 giorni al rientro a casa, e mi ritrovo nel paesino di Pingyao, piccolo borgo medievale del tutto integro ed autentico, posto lungo la direttrice che congiunge Xi’an con Pechino.
Il paesino è fantastico, ma i 37 gradi che ci sono rendono veramente difficile la visita.
Per fortuna si tratta di uno spazio davvero limitato, quello della città antica, racchiuso nel perimetro delle mura che misurano poco più di un kilometro per lato.
L’hotel scelto per questo soggiorno è una fantastica residenza storica nel cuore della città: mi meritavo un trattamento a 5 stelle in queste ultime fasi della lunga avventura.
Ammetto che le energie, sia mentali che fisiche, stanno lentamente venendo meno e di certo l’incessante esposizione a temperature così elevate non rende le ultime passeggiate particolarmente piacevoli.
Torniamo però a noi, senza perdere tempo in lamentele inutili!!
Eravamo rimasti all’arrivo a Xi’an. La prima sera, dopo una bella doccia e un po’ di riposo dopo il lungo viaggio, mi tuffavo subito per le vie della città alla ricerca di qualcosa da magiare: ero proprio affamato!
La fortuna vuole che nella parte più autentica della vecchia capitale si trovi l’antico quartiere musulmano, una delle poche aree non intaccate dall’urbanizzazione selvaggia che purtroppo caratterizza tutte le moderne città cinese.
Questo quartiere, un dedalo di vie affollato al punto di dover spingere per camminare, è in pratica una distesa infinita di ambulanti che cucinano cibo: il paradiso dello Street food, insomma. Il mio regno, quindi.
Come avevo già visto nel “far west” della Cina, la fanno da padroni gli spiedini di agnello, anche se non manca ogni altro genere di stranezza alimentare che si possa immaginare.
La vivanda che più mi ha stupito, anche se non ne ho potuto comprendere il nome, è una specie di tigella modenese che qua farciscono con stinco di bovino lessato e sfilettato.
Per ovvia analogia col cibo tipico della mia città, non posso che gradire l’incontro gastronomico.
Una volta saziato, via a letto presto, poiché il girono successivo mi aspettava l’ennesima sveglia di primissima mattina.
Il mio programma prevedeva infatti la visita al sito dell’esercito di terracotta, posto ad un’ora di autobus dal centro di Xi’an. Alla luce delle temperature elevate, e consapevole della difficoltà di accesso a causa del prevedibile afflusso di una enorme quantità di turisti, la scelta di rinunciare ad un po’ di sonno si rivelerà, nel corso della giornata, quanto mai azzeccata.
La visita occupa tutta la mattinata: non c’è che dire, l’esercito di terracotta è davvero un sito impressionante non solo per l’impatto visivo, ma soprattutto lo è se si riflette sulla follia di colui che ha commissionato l’opera per la riproduzione di un intero esercito, composto da migliaia di sodati, tutti diversi tra loro e disposti esattamente come lo schieramento militare avrebbe dovuto allinearsi.
E tutto ciò per proteggere la propria tomba: incredibile!!
Al di là di ciò, il caldo terrificante all’interno dei padiglioni, condito dalla solita ingerenza quasi violenta degli avventori locali, ha reso la visita particolarmente estenuante.
Salito sul bus per il rientro in città, quando ormai era passato mezzogiorno, una piacevole quanto inaspettata sorpresa: non solo sento parlare una bella ragazza in italiano, ma la sento pure parlare di gnocco fritto, piatto più che tipico della mia tradizione emiliana. Incredibile, devo assolutamente impezzarla!
Ed è così che ho conosciuto Silvia di Piacenza. Anche lei appassionata di viaggi, anche lei da sola in Cina anche se per un corso linguistico; inevitabile dopo un’ora di viaggio essersi trovati in sintonia.
Finalmente una spalla per queste ultime giornate cinesi.
La sera siamo già in giro a mangiare schifezze nel mercato musulmano di Xi’an: dopo quasi un mese è davvero piacevole avere qualcuno con cui passare un po’ di tempo! Come si diceva nel film Into the Wild, la felicità è vera solo se condivisa.
L’influenza femminile mi porta pure ad assistere ad uno spettacolo di giochi d’acqua nel parco della pagoda dell’oca grande, che per i cinesi scopro essere l’irresistibile appuntamento di ogni sabato sera.
Ammetto che non sarei mai andato da solo a vedere una roba del genere, ma alla fine è stata un’esperienza felice.
In un paio d’ore ho bevuto un succo di “cinesità” più autentica che certamente unirò al corredo delle esperienze fatte in viaggio.
A letto dopo l’una! Non mi succedeva da un bel po’!
Il giorno dopo finalmente si può dormire ma, ahimè, l’ormai abitudinario risveglio alla mattina presto, mi regala l’apertura degli occhi quando l’orologio nemmeno segna le nove.
È domenica ed il mio programma è di vedere il centro di Xi’an: a ciò si aggiunge il molto gradito invito di Silvia a pranzare insieme prima della sua partenza per Pechino.
Dopo un pranzo mostruosamente buono ma altrettanto pesante – in un ristorante proposto dalla mia nuova compagna di merende – inizio a vagare sotto il sole cocente per visitare la moschea, le mura e le ultime attrazioni della città.
Il giorno seguente, ossia oggi, mi aspetta il penultimo treno del viaggio, quello che mi porterà a Pingyao prima della destinazione finale.
scritto da MATTEO DORELLO