Siamo finiti a Farallon, credo la jeep quel giorno si muovesse quasi senza meta. Sapevo che la costa Pacifica Panamena non era nulla di entusiasmante, immensi grattacieli costruiti sulla riva con trattamento All inclusive per Americani.
Però ciò che improvviso sono sempre le cose che riescono al meglio, così qui ho fatto la stessa cosa. Ho avvisato Fede, l’autista, di svoltare per Farallon comunque. Volevo salutare due Modenesi.
“COSA NOSTRA” è il loro ristorante Italiano sull’oceano Pacifico e noi capitiamo casualmente nel loro giorno di chiusura. Prisca e Luca sono lì fuori, in cucina. E’ stato memorabile quando io ho detto: “Prisca sei tu?” e lei: “e tu sei Licia?”
Cosi è iniziata la nostra giornata con loro, si è conclusa la mattina seguente con una tazza di coffee e un grande abbraccio.
Ci hanno coccolato come figli, in primis sfornando una pizza buonissima, giusto per farci sentire a casa. Mille chiacchiere accompagnate da birra Panamena, da un bagno caldissimo nelle acque Pacifiche, insomma, un’accoglienza strepitosa. Se finirete a Panama è d’obbligo andare a trovare questa famiglia meravigliosa. Questa è la loro vista ogni mattina 🙂
La nostra voglia di mare era scattata, dopo il primo bagno non puoi che voler continuare a goderti la spiaggia, per cui la mattina seguente ci dirigiamo verso“Santa Catalina”, il paradiso dei surfers. Vedi tavole sfrecciare, qualche belloccio dal capello scolorito dal sole e piccoli hostals uno dopo l’altro che affacciano sulla via principale.
Qui tutto è abbastanza caro, un piatto unico con pollo e patacones costa 8 bucks. Cara è costata anche la nostra prima notte presso l’ Hibiscus Garden (37 usd a camera a notte-only bed) che ha ottime recensioni ma lo sconsiglio vivamente per i 10 km che lo separano dal centro e per la gestione a mio parere moooolto scadente.
(vi presento Raggie, ospite presso l’Hibiscus Garden)
A Santa Catalina quasi nessuno hostal include la prima colazione, così se avete nostalgia di capuccio e brioche potete fare un salto nella panaderia di Modenesi (caspita, ma sono proprio ovunque sti Modenesi!?!?) che trovate sulla main street. Abbastanza cara ma vi risolleverà la giornata soprattutto quando ti svegli e per un attimo pensi ti sia venuta la varicella. Così è stato, mi son accorta appena ho aperto gli occhi di essere stata letteralmente divorata dalle maledetta chitras. A novembre credo siano parecchio bisognose di sangue straniero e dolce. Tra me e Fede hanno scelto il mio, è evidente!
Isla Coiba è il vero motivo che ci ha portato fino a S.Catalina, dicono assomigli alle Isole Gàlapagos. Noi volevamo alloggiare laggiù, sull’isola. Dista circa un’ora e mezzo di barca da S.C. e il costo per un DAYTRIP è 50 usd + 20 di imposte. Sono tante le organizzazioni locali che ti ci accompagnano, noi ne abbiamo scelta una a caso. Per capire se si riusciva a dormire sull’isola siam dovuti andar fin là con lo zaino per la notte e sentirci comunicare che era possibile se avevi un’imbarcazione che rimanesse lì con te tutta la notte per questioni di sicurezza. L’unica soluzione per dormire a Isla Coiba è organizzare il tutto in gruppo (se si è in 6 già ci si riesce) e dormire sull’isola costa 25 usd per persona + il supplemento per la barca del ritorno di 20 usd. Per sole 2 persone è troppo costoso ma nessuno ci aveva avvertito.
Coiba è grandina ed è contornata da barriera corallina, puoi immergerti o semplicemente fare snorkeling. Coralli, squaletti, tartarughe, razze e mante incontrerai veleggiando solamente a pelo d’acqua. Sono 3 le isole dove ci si ferma prima di sbarcare su Coiba.
L’ Hostal Cool inside è stata la nostra salvezza per altre 2 notti successive a Santa Catalina, una cabana a soli 20 usd – only bed. Mai trovato miglior prezzo e un proprietario così gentile.
(tappa da PIZZA IOLO per una pizza all’Italiana – S.C.)
(un pomeriggio divertente in un playa vicino a Santa Catalina)
LIC