Tour della penisola del capo #SouthAfrica

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La colazione al Taj Hotel di Cape town è un pranzo, non vorresti quasi più alzarti da quella sedia. Tantissima frutta tagliata alla perfezione, ripiani di muffin di ogni tipo, brioches, torte e come nei resort più fighi c’è chi ti prepara un omelette al volo e quello, in vacanza, non me lo faccio mai sfuggire, with tomato please 🙂

Per svegliarsi alle 6.30 del mattino in ferie, qualche stimolo positivo devi averlo no?Non che io ami dormire, ma quel soffice piumone era difficile scacciarlo. Prima cosa da fare era alzarsi e aprire la tenda della camera, fatto quello, in due minuti ero pronta per uscire. Quella vista strepitosa, perfino buia, ti donava energia.

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Oggi escursione giornaliera con Katia (la nostra guida #viaggidea)

Ore 7.30 ritrovo nella hall. Katia era già pronta per scarrozzarci tutto il giorno. Mentre guidava raccontava….ero contentissima non ci fosse nessun altro alla guida, ma lei. Tutto ciò mi pareva un sacco familiare. Sembravamo una grande famiglia in gita domenicale. Io al suo fianco davanti.

Hout bay è stata la prima tappa della giornata. Una baia meravigliosa popolata dagli animali più goffi del mondo: le otarie. Otaria in greco significa “piccola orecchia”, loro a differenza delle foche hanno i padiglioni auricolari. Stanno li, una sopra l’altra. Dormono, si tuffano, mangiano, si riaddormentano. Insomma una vita faticosissima. I maschi, per potersi riprodurre, lottano fra loro per decidere chi è più meritevole di accoppiarsi e per stabilire il proprio territorio che difendono gelosamente. Guai a chiunque lo oltrepassi. Saliamo su un traghettino, una traversata di mezz’oretta per arrivare da loro.

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Il paesaggio attorno invaso da nebbia, le imbarcazioni attraccate al porto di Hout Bay si intravedevano, immobili. Mi son fatta tutto il viaggio in poppa assieme a un assistente della compagnia marittima, mi ha dato il permesso di sedermi sulla scaletta, da lì pareva tutto più bello.

IMG_2224 IMG_2241Mentre rientriamo in porto noto in lontananza un uomo seduto sul bordo della banchina, colui che mi ha rallegrato ulteriormente la giornata. Appena messo piede giù dalla barchetta mi son diretta verso di lui abbandonando il resto del gruppo. Son rimasta seduta al suo fianco per un pò. Guardate cosa fa!

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Ho intravisto le scene di Free Willy e sognato di avere anche io un’otaria per amica. Ho sognato di svegliarmi ogni mattina, sedermi al porto, darle un soprannome (che chiunque amico importante ha), chiamarla, darle il “buongiorno” e andare a lavorare. La giornata inizierebbe sicuramente con un altro sapore.

Proseguiamo verso sud verso la Chapman’s peak drive, 15 km di strada a pagamento (38 rand) , tagliata nella roccia, con curve pericolosissime ed estremamente panoramica (tanto da farmi pensare che fosse la Panorama Route). Sembra di essere in costiera Amalfitana, un angolo di Italia in Sud Africa. Vale la pena percorrerla, la vista è mozzafiato e ci sono parecchi view point. A marzo 2015, in questa zona è scoppiato un incendio spaventoso, indomabile a causa del fortissimo vento, quasi una decina di case distrutte e una cinquantina i feriti. E’ stato ritenuto il più grande incendio sudafricano degli ultimi 100 anni.

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La terza tappa, quella più conosciuta, è la riserva del Capo di buona speranza a 70 km da Cape town. E’ ricoperta dal tipico fynbos (bush) e se non sei sfortunato come me puoi vedere zebre, struzzi, bontebok e anche babbuini 🙂 Anzi, pardon, gli struzzi li ho visti.

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La penisola finisce a coda di pesce, una delle punte è il Capo di Buona Speranza, l’altra Cape Point.
Il Capo di Buona Speranza fu scoperto nel 1487 da Diaz che cercava una via di mare verso l’Asia, ma fu Vasco De Gama dieci anni dopo a concludere l’esplorazione, aprendo la nuova rotta marittima.
E’ importante dal punto della navigazione perché è il punto in cui, passato il continente africano, si volta verso Est.
Cape Point, poco più a Ovest, è la parte più spettacolare, noi abbiamo pranzato lì. Puoi raggiungere il faro con la funicolare (circa 4 euro solo andata, 5 a/r) oppure a piedi, come ho fatto io. Ovviamente il percorso è tutto in salita ma in neanche 10 minuti sei su e una volta arrivato hai il tempo di riprenderti, non vorresti più scendere. Cavolo che vista a 360° 🙂

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4° tappa: Boulders beach (spiaggia di massi)

Qui abitano i pinguini sudafricani e, se sei fortunato, nelle spiagge accanto nuotano anche con te. Sembra non abbiano assolutamente timore di noi umani, si sono stabiliti lì dopo il nostro arrivo. Goffi come quelli Argentini ma ancora più piccoli, camminano con quella loro buffa andatura, entrano in acqua e si lasciano trascinare fuori dalle onde. Peccato non poter abbracciarli come volevo io. Anche qui come a PUNTA TOMBO in Peninsula Valdes hai una passerella di legno 🙁

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Il nostro giro non avrebbe fatto tappa in questo posto se la sottoscritta non lo avesse chiesto a Katia. Volevo vedere Muizenberg e ce l’avevo in testa già da casa. La spiaggia di Agatha Christie, me la ricordavo anche per quello. Era una stazione balneare alla moda frequentata da personaggi famosi. Sulla spiaggia spiccano questi capanni di legno, tutti colorati, usati per svestirsi. Da non sottovalutare per NIENTE, la presenza di una gran quantità di surfisti. Le onde ci sono e ci sono anche tante scuole e negozi per surfers.

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Ultima tappa obbligata al giardino botanico di Kirstenbosch, se ami fiori e piante devi vederlo. Curato nel dettaglio nonostante tu possa sederti su quel soffice manto e possa perfino fare pic-nic! Regola fondamentale: rilasciare tutto ordinato! Durante l’estate organizzano concerti di ogni genere. Kirstenbosch è raggiungibile con il taxi e con la linea blu del bus turistico City Sightseeing, si trova a mezz’ora dal centro città. Ci avrei trascorso volentierissimo un’intera giornata, l’ingresso costa circa 50 rand.

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Rientriamo in Hotel tardissimo, neanche 1 ora per la doccia e, a piedi, andiamo assieme a cena al 95 su Keerom Street http://www.95keerom.com/  – 20 euro a persona, locale molto molto carino, buona la cucina.

Distrutta cado in un sonno profondissimo, domani sveglia alle 6.30! Daje! 😛

LIC

0 commenti
  1. brava devo dire che è piacevole il racconto, divertente e dettagliato, ma sei anche una bravissima fotografa

  2. Io invece ho avuto fortuna nel vedere babbuini e pinguini mentre niente struzzi e altri animali.. però la baia con le foche mi manca! Dovrò tornarci 🙂 complimenti per il blog! 😀

  3. Licia i tuoi racconti sono fantastici, e poi il rapporto tra umani ed altri animali in piena libertà è di una bellezza assoluta. Mi piace pensare a quei buffi pinguini che non vedono nell’uomo una fonte di pericolo, e a quell’uomo che ha un’otaria per amica…

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