Ho pensato molto a cosa scrivere, perché vorrei riuscire a trasmettere cosa ho provato, ma in fondo è impossibile.
Ci vorrebbero giorni, eppure tutto si riassume in poche parole: incanto, stupore, meraviglia e felicità.
Immaginarsi proiettati nei film o nei documentari, e di vederli sulle montagne russe. Questo viaggio è stata una emozione dietro l’altra, in cui ogni giorno lo scenario è cambiato, con momenti di assoluta tranquillità, altri di grande intensità, un secondo senza fiato, quello dopo con le lacrime dall’eccitazione.
Cosa mi è piaciuto di più? A dire il vero un preferito ce l’ho, ma sono troppi i posti che si spingono per guadagnare la prima posizione.
Kilometri di strade nel nulla, spazi incredibilmente vasti e cielo a perdita d’occhio. Il susseguirsi di posti che per anni ho sempre sentito nominare, ho sognato, ho visto in tv..eccoli qua, uno intrecciato all’altro, in un caleidoscopio di emozioni, di batticuori e di risate
La mitica Route 66, che ti porta indietro negli anni 60, in quei bar con la campanellina alla porta di legno colorato e di vetro e il registratore di cassa coi bottoni di madreperla.
Il parco del Joshua tree, con i suoi alberelli verdi, spinosi e mistici.
La Monument valley, dove si respira ancora il vento dei film tra indiani e cowboy.
La Death valley e Zabrisky point, il caldo parco coi colori del tiramisù.
Lo Yosemite Park, colori brillanti, sequoie giganti, cascate e scoiattolini curiosi, giocosi, golosi, timidi e fotogenici.
E poi Bryce canyon e Arches, dove i pinnacoli e i ponti di roccia colorata sembrano i giochi dei bimbi in spiaggia.
E infine il Grand Canyon, lo spettacolo più incredibile che la natura possa offrire da togliere il fiato e stringere il cuore. Immaginate tutti i colori, dal nero al blu e un tuffo di viola, passando per il rosa e il color caramello. Una sfumatura di rosso, poi color ambra, oro, bianco e argento. Una verticale di colori abbelliti dal sole, e dall’irresistibile fascino del mito. E in fondo il fiume Colorado, torbido, impetuoso, grandioso.
Un viaggio incredibile.
A completare tutta questa meraviglia poi, una spruzzata di città.
Los Angeles: immensa, trafficata, caotica e ma poco altro. Il fascino di Hollywood e del mito del cinema che si perde tra i clacson e il traffico.
Las Vegas, Sin city a ragione, la città del peccato. Ovunque ci si giri ci sono luci e spettacoli, Casinò, soldi, l’inconfondibile bling bling delle slot machine, limousine e polizia. Vegas è così. La fiera dell’apparenza, ma per chi ci passa una notte, altro non è che un pezzetto di mondo che non può che lasciarti a bocca aperta. Una volta nella vita Las Vegas va vista.
Ed infine San Francisco. Città di contrasti che sembra uscita da un dipinto in tanti suoi scorci. La luce del mattino è come un velo di cipria sul volto di una donna, fresca, impalpabile e pallida. Tramonti dai mille colori. La baia con il bellissimo Golden Gate Bridge, assolato o avvolto nella nebbia è un vero incanto.
Il mito di Alcatraz, che affascina e fa venire i brividi, e di fronte, come un ironico contrasto, il Pier 39 e il Fisherman’s Wharf, ovvero il paese dei balocchi accessibile a tutti. Negozi, ristoranti, spettacoli, i leoni marini, musei e navi. Qua ci sono anche i barboni e i senza tetto, quasi tutti di rientro dalla guerra. Qua c’è quindi tanto per divertirsi ma non solo.
E’ così la West coast…un grande viaggio, e un grande amore.
ROBERTA NANNINI