Solo a sentir pronunciare la parola #India è inevitabile essere trasportati dalle suggestioni verso un mondo lontano, misterioso ed affascinante.
Eh si, è proprio così!
Forse perché l’India viene considerata spesso come il massimo dell’esotismo, magari per quella spiritualità di cui è pregna e di cui tante volte si sarà sentito parlare, o forse per quella distanza culturale dal nostro mondo che di certo supera in modo consistente quella kilometrica.
Insomma, per ogni viaggiatore che si rispetti, l’India è una meta necessaria per l’accesso alla top class degli esploratori, un viaggio faticoso, complesso, ma che, come ogni impresa difficile, di sicuro è in grado di regalare emozioni e soddisfazioni di enorme valore.
Perché ciò accada è ovvio che il paese deve essere visitato, per così dire, on the road. D’altra parte come è possibile conoscere davvero una nazione se non entrandovi a contatto? Di certo, dal mio punto di vista, non può avere alcun senso immaginare di conoscere l’India attraverso le lucenti vetrate dei lussuosissimi hotel, che come funghi spuntano nei pressi dei siti turistici più rilevanti. La magia dell’India va assaggiata e gustata…pur tappandosi il naso, talvolta!
India: spunti per un itinerario – parte I – il Sud
La mia esperienza in questo splendido paese ha previsto una degustazione, metaforicamente parlando (ma non solo!!), che comprendesse la gamma più vasta possibile di luoghi e regioni, data l’enorme varietà di scenari che l’India è in grado di offrire.
Il percorso dunque si snodava da sud a nord, iniziando tuttavia il tragitto da Mumbai, nel centro del paese, ove era previsto l’atterraggio, per poi proseguire verso il Tamil Nadu, la più meridionale delle regioni dell’India, e da lì iniziare la marcia verso il nord.
Se il buon giorno si vede dal mattino, senza dubbio iniziare la visita dell’India con la città di #Mumbai permette di comprendere immediatamente a che gioco si stia giocando.
Seconda città del paese, ma prima area metropolitana (sesta al mondo con oltre 30 milioni di abitanti, metà dell’Italia), Mumbai appare già dalle fasi dell’atterraggio come una infinita e disordinata distesa di abitazioni. La zona senz’altro più accessibile ed interessante è il quartiere di Fort, nella estremità più meridionale della città, assai differente dal versante nord, ove ci si immerge per chilometri e chilometri in baraccopoli più sporche e fatiscenti delle maggiormente note favelas brasiliane.
Ben più affascinante risulta essere la meta successiva, la spirituale città di #Madurai che, a due passi dall’equatore e nel cuore della regione del Tamil Nadu, ospita il coloratissimo ed affascinante tempio di Sri Meenakshi.
Proseguendo verso nord utilizzando il servizio ferroviario indiano, lento ma assai capillare, abbiamo sostato a Thanjavur, piccolissima città interessante soprattutto per l’enorme complesso del tempio di Brihadeeshwara, interamente costruito di granito, che regala immagini di se stesso completamente diverse a seconda delle diverse fasi della giornata in cui viene ammirato.
Dopo questo breve percorso tra templi e campagne, le sensazioni all’arrivo a Chennai, capitale del Tamil Nadu, rischiano di essere negative. Chennai è infatti una città enorme, nata dalla unione di diversi agglomerati urbani, animata dalla confusione più totale e caratterizzata da un livello di sporcizia veramente al limite del credibile. Particolare elemento di interesse, oltre al tempio Kapaleeshwar, copia meno appariscente di quello di Madurai, è la basilica di San Tommaso, curiosamente una delle uniche tre basiliche al mondo sorte sopra la tomba di un apostolo (le altre sono S. Pietro a Roma e la basilica di Santiago de la Compostela).
Fine della prima parte…
Matte
Post scritto da: Matteo Dorello
Ciao, mi chiamo Matteo, abito a Modena e faccio l’Avvocato.
Vi direte..e quindi che ci fai su un blog per viaggiatori?!
Beh, la risposta è semplice: se c’è una passione nel mio cuore, che per distacco supera ogni altra, è proprio quella di viaggiare!
Sin da piccolo, grazie ovviamente ai miei genitori, ho assaporato il gusto di viaggiare con l’intento di conoscere i luoghi visitati ed apprezzarne la vera essenza. Difatti, pur avendo come tutti dedicato lunghi periodi alla classica villeggiatura nel corso delle mie vacanze (d’altra parte avevo la nonna che abitava in un paese di mare), mi è stata sicuramente data un’educazione volta a coltivare l’incessante desiderio di approfondimento e di conoscenza delle diverse dimensioni che compongono la realtà che ci circonda.
Tutto il resto, ovviamente l’ho messo io!!!
Verso i miei vent’anni, infatti, più consapevole e determinato, ho dato inizio al mio grande progetto di esplorazione. A dir il vero, mi fa quasi impressione definirlo progetto perché, in realtà, non è che a quel tempo potessi immaginare tutto ciò che successivamente avrei potuto effettivamente fare; diciamo che inizialmente era solo un impulso, ordinato esclusivamente dalla consapevolezza che se si desidera davvero qualcosa, nulla può concretamente frapporsi tra noi ed essa.
E solo in questo modo, e con gli amici di sempre, si può essere abbastanza spavaldi per affrontare viaggi disperati e difficili, con pochissimi soldi e talvolta poche idee, e ritrovarsi, all’improvviso, ad aver visto gli angoli più reconditi del pianeta, così, quasi per gioco.
La mia speranza è dunque quella di poter condividere con voi i racconti dei diversi viaggi da me affrontati, con lo spirito di chi vuole accumulare esperienza, nella convinzione che l’approfondimento di più punti di vista possibili sia la sola ed unica strada per una conoscenza completa.
Per fare ciò, nessun modo migliore può esserci del viaggiare.
E non il viaggiare come da molti, erroneamente, inteso: viaggiare non è andare in vacanza.
Viaggiare è vivere un luogo, spostarsi con i mezzi pubblici, subire i ritardi dei treni, chiedere indicazioni per strada, socializzare per necessità oltre che per diletto; è mangiare gomito a gomito con persone che non ti sogneresti mai di vedere nel bar dove ogni mattina bevi il tuo cappuccino; viaggiare è vagare senza una meta, decidere di giorno in giorno il da farsi; viaggiare è fuggire dalle proprie abitudini, dai propri valori e dalle proprie convinzioni; viaggiare significa capire gli altri.
Viaggiare è, fondamentalmente, non sapere dove vai.
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