2014 e c’è ancora chi, in agenzia, quando gli proponi Mykonos ti fa “No, si sa che è un’isola gay, chissà che cosa succede…”.
Io rimango basito ma, ormai, ai pregiudizi della gente, persino applicati al turismo, ho fatto il callo. Anzi, in fondo, mi diverto nel pensare ci sia tuttora gente che pensa si stia parlando di Sodoma & Gomorra.
Medioevo now, insomma.
Mykonos è fantastica. Il mare, l’atmosfera, i servizi turistici sono tutti speciali (12 € per ombrellone e due lettini nei bagni piu cool di Superparadise e Paradise, roba che a Forte dei Marmi con la stessa cifra ci prendi un Winner Taco, forse…).
Inutile farvi l’elenco dei posti e delle spiagge “giuste”; con due click trovate tutto. Ma, credetemi, qua c’è un mood (anzi un travelmood) che si trova raramente nel mediterraneo, sia che vi buttiate nella movida dei beachbar o vi mettiate nell’angolino piu lontano di Panormos. Mykonos ha sempre un posto giusto per tutti, qualunque sia il tipo di vacanza che preferite.
Nemmeno la “italian invasion” tipica dei viaggi della maturità di fine luglio riesce a scalfirne la magia.
Certo che se, ehm, il comune (?) spendesse due eurini per risistemare il manto stradale, non sarebbe male. Ma Mykonos è pure questo: il brivido di scendere e risalire l’incredibile erta che porta a Superparadise, piantandosi, spesso e volentieri, a metà della salita, non solo con gli scooter e quad spompatissimi presi a noleggio: ci sono pure imbranati che con la jeep (la jeep!!) si sono piantati due volte.
Tipo il sottoscritto, ad esempio.
Kalimera Mykonos, che il sole non tramonti mai su di te, su Sasà e su tutti i suoi centimetri di felicità.
Bolly
